Il monastero di San Vincenzo al Volturno nasce nei primi anni dell’VIII secolo per opera dei Santi Fondatori Paldone, Tatone e Tasone in un’area già abitata in età romana e sulle fondamenta di un santuario antico dedicato al Santo Martire San Vincenzo. Gli inizi del celebre cenobio benedettino sono descritti nel Chronicon Vulturnense, codice beneventano redatto intorno al 1130 nello stesso monastero per celebrare ed esaltare l’importanza dell’anticha comunità di San Vincenzo al Volturno. Da una piccola realtà monastica il monastero cresce di numero e di importanza con il sostegno di Carlo Magno fino a diventare una vera e propria città monastica sotto gli abati Giosué ed Epifanio. All’interno dell’area abbaziale si trovano allora al meno nove Chiese, di cui una di bellezza e grandezza inaudita e la comunità monastica conta all’incirca 300 membri. In quei anni l’Abbazia di San Vincenzo al Volturno si distingue per un’intensa attività operosa con la produzione di vetro, ceramica e la lavorazione di metalli preziosi, per i sistemi di commercializzazione avanzati, e i possedimenti del monastero si estendono in gran parte dell’Italia centro-meridionale.